Nel corso del secolo XIV in occasione delle guerre tra il Patriarca e i Caminesi, ed il terremoto del 1348 la chiesa potrebbe aver subito gravi danni e quindi ricostruita. Nei secoli XIV e XV tutto l’edificio subì un restauro radicale, ma le strutture precedenti non furono demolite. Un ulteriore restauro avvenne nell’anno 1655 che modifica il modulo architettonico della facciata. Poi sa passò alla decorazione interna con gli affreschi dei quali ci rimangono le opere di Andrea da Treviso.
C’è anche la Chiesa di San Pancrazio in Palù, che il pievano chiede di poter “adattare” per potervi celebrare la Messa per gli abitanti della borgata.
Le condizioni socio economiche, nella comunità Rugolo – Sarmede cambiano nel secolo XVII°. La popolazione, scendendo ad abitare in pianura, formò quegli agglomerati urbani, che in parte ancora esistono, con le case attorno ad un unico cortile, caratteristica dei paesi della pedemontana. Di là partivano per la campagna o per salire sui monti a pascolare il bestiame. La terra per la maggior parte, era posseduta dalle famglie nobili di Cordignano o Serravalle; c’erano anche appezzamenti di istituzioni ecclesiastiche e la piccola proprietà contadina. “Fra il 1669 e il 1704, vennero venduti in tutto il territorio del feudo ben 225 campi di proprietà comune dei villaggi, di cui 160 appartenevano alle regole di Sarmede e Rugolo”. Con ogni probabilità, gli acquirenti furono gli abitanti del nostro paese. Le condizioni dell’agricoltura, allora erano assai precarie; e anche a causa delle ricorrenti carestie, si ebbero gravi conseguenze nella salute.
Nel secolo XVIII° la comunità Rugolo – Sarmede si amplia ulteriormente. Nella visita Pastorale effettuata il 29 luglio 1749, dal Patriarca Daniele Dolfin, troviamo nella relazione che vi sono “597 adulti e 179 Fanciulli incapaci di comprendere – in tutto 776…”.
La contea di Cordignano, comprendeva le ville di San Cassiano, Piné, Saccon, Ponte, Roncada, Villa di Villa, Silvella riunite nella Parrocchia di S. Cassiano del Meschio; la villa di Montaner nella parrocchia di S. Cecilia; le ville di Sarmede e Rugolo nella Parrocchia di SS. Giorgio e Canziano; la villa di S.Stefano di Pinidello nella parrocchia medesima.
Come già detto più volte la popolazione si era trasferita sempre più numerosa, dalle “rive” al “piano” tanto che all’inizio del secolo erano rimaste 241 anime a Rugolo e 613 a Sarmede. Dal lato civile, il 28 settembre 1810, nel riordino dei Comuni del “Dipartimento del Tagliamento” per decreto del Viceré d’Italia Eugenio Napoleone, i paesi di Rugolo- Sarmede con abitanti 954, e Montaner, con abitanti 648, vennero unificati nell’unico comune di Sarmede entrando a far parte della Provincia di Treviso, situazione che permane tutt’ora.
L’integrazione tra Rugolo e Sarmede non avvenne mai del tutto. Infatti gli abitanti dell’antica parrocchia non persero mai la speranza di riappropriarsi di un parroco stabile. Nel corso degli anni si rivolsero molte volte alle autorità religiose di Ceneda e l’azione andò a buon fine bel 1927 con il ripristino della Parrocchia autonoma di Rugolo.
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